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giovedì 29 settembre 2011

Non dimenticheremo questa notte

Mi rendo conto che il baseball o se volete "pallapizzuta mazzuolata" o ancora "mazzapicchio" non sia lo sport più popolare dalle nostre parti ma vorrei condividere quella che è stata la notte più assurda, esaltante, drammatica della storia del national pastime.
Quattro squadre in lizza per gli ultimi due posti nei play-off, Boston e Tampa Bay pari merito nella American League, stesso discorso per Atlanta e St Louis nella National.

I primi a partire sono i Red Sox impegnati contro Baltimore, la classica squadra senza obiettivi ma terribilmente in forma e rognosa.
Boston parte benino e nella parte alta del terzo va in vantaggio con un singolo di Dustin Pedroia. Intanto a St Petersburg, gli Yankees, avversari di Tampa e arcirivali di Boston , passano avanti con una valida di Robinson Cano.
In Massachusetts non fanno tempo a rallegrarsi che Baltimore va davanti 2-1 ma al Tropicana Field (il campo di Tampa) succede l’incredibile: Mark Teixeira batte un grande slam (fuoricampo da 4 punti) mandando gli Yankees sul 5-0 e Boston vicino al paradiso. Poi NY allunga ancora con un altro hr di Teixeira (eletto sindaco di Boston per acclamazione popolare) e Andruw Jones, mentre Boston ribalta la situazione al Camden Yards e tutto sembra finito.

Nella National League, nel frattempo, si consuma il dramma dei Braves. Atlanta parte bene contro gli arcirivali di Phila, sale 3-1 ma nel finale di partita si fa recuperare fino al 3-3. Comincia lo stillicidio degli extrainning e Phila, totalmente demotivata, porta a casa la vittoria lasciando di sasso il Turner Field. 10 partite e mezzo di vantaggio sui Cards (vincenti facili a Houston) buttate via in un mese. Roba da NY Mets, specialisti nel ramo delle rimonte subite nel mese di settembre.

Ma mentre andava in scena il suicidio Atlanta, succedevano un paio di cose dall’altra parte. A Baltimore cominciava a piovere, a St Petersburg segnava 6 punti nell’ottavo inning, grazie anche ad un fuoricampo da 3 punti di Evan Longoria.
Sempre sotto di un punto Tampa andava in battuta al nono inning: due eliminati, due strike sul conto di Dan Johnson (non Don) uno che ha battuto con la risibile media di 106 mettendo una sola palla oltre la recinzione. In pratica come avere un difensore centrale dai piedi ruvidi a battere il rigore decisivo. Ed, invece, arriva il miracolo: Johnson la mette fuori ad un millimetro dalla zona di foul e il Tropicana Field diventa una polveriera.

La pioggia, intanto, si ferma sul cielo del Maryland e Boston si rimette in marcia. Butta via corridori sulle basi a iosa per scelte assurde del suo manager ma arriva a giocarsi l’ultimo inning con il vantaggio di un punto. Sul monte c’è Papelbon, braccio di ferro, lanciatore strapotente. Ad un out dal traguardo gli si spegne la luce. Concede tre valide in fila e perde la partita più assurda della sua vita. Baltimore festeggia come se avesse vinto le World Series, a Boston parte una raffica d’insulti che superano il livello consentito.

A quel punto, ai Red Sox, non resta che affidarsi agli Yankees (una bestemmia) ma la storia è segnata. Al 13° inning (alle 6.08 italiane) Evan Longoria si ripete e con il più teatrale, o meglio, cinematografico dei colpi possibili (un fuoricampo) toglie la speranza ai bostoniani.

Non mi sorprenderebbe, un giorno, vedere un film su questa pazzesca, assurda, incredibile e meravigliosa giornata di baseball.

Spero di aver reso l’idea a chi non ama questo sport.

2 commenti:

  1. Una sola parola: fantastico.
    Sia il tuo articolo che lo spettacolo di questa notte

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  2. Grazie mille qualunque Mario tu sia

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