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giovedì 29 settembre 2011

Non dimenticheremo questa notte

Mi rendo conto che il baseball o se volete "pallapizzuta mazzuolata" o ancora "mazzapicchio" non sia lo sport più popolare dalle nostre parti ma vorrei condividere quella che è stata la notte più assurda, esaltante, drammatica della storia del national pastime.
Quattro squadre in lizza per gli ultimi due posti nei play-off, Boston e Tampa Bay pari merito nella American League, stesso discorso per Atlanta e St Louis nella National.

I primi a partire sono i Red Sox impegnati contro Baltimore, la classica squadra senza obiettivi ma terribilmente in forma e rognosa.
Boston parte benino e nella parte alta del terzo va in vantaggio con un singolo di Dustin Pedroia. Intanto a St Petersburg, gli Yankees, avversari di Tampa e arcirivali di Boston , passano avanti con una valida di Robinson Cano.
In Massachusetts non fanno tempo a rallegrarsi che Baltimore va davanti 2-1 ma al Tropicana Field (il campo di Tampa) succede l’incredibile: Mark Teixeira batte un grande slam (fuoricampo da 4 punti) mandando gli Yankees sul 5-0 e Boston vicino al paradiso. Poi NY allunga ancora con un altro hr di Teixeira (eletto sindaco di Boston per acclamazione popolare) e Andruw Jones, mentre Boston ribalta la situazione al Camden Yards e tutto sembra finito.

Nella National League, nel frattempo, si consuma il dramma dei Braves. Atlanta parte bene contro gli arcirivali di Phila, sale 3-1 ma nel finale di partita si fa recuperare fino al 3-3. Comincia lo stillicidio degli extrainning e Phila, totalmente demotivata, porta a casa la vittoria lasciando di sasso il Turner Field. 10 partite e mezzo di vantaggio sui Cards (vincenti facili a Houston) buttate via in un mese. Roba da NY Mets, specialisti nel ramo delle rimonte subite nel mese di settembre.

Ma mentre andava in scena il suicidio Atlanta, succedevano un paio di cose dall’altra parte. A Baltimore cominciava a piovere, a St Petersburg segnava 6 punti nell’ottavo inning, grazie anche ad un fuoricampo da 3 punti di Evan Longoria.
Sempre sotto di un punto Tampa andava in battuta al nono inning: due eliminati, due strike sul conto di Dan Johnson (non Don) uno che ha battuto con la risibile media di 106 mettendo una sola palla oltre la recinzione. In pratica come avere un difensore centrale dai piedi ruvidi a battere il rigore decisivo. Ed, invece, arriva il miracolo: Johnson la mette fuori ad un millimetro dalla zona di foul e il Tropicana Field diventa una polveriera.

La pioggia, intanto, si ferma sul cielo del Maryland e Boston si rimette in marcia. Butta via corridori sulle basi a iosa per scelte assurde del suo manager ma arriva a giocarsi l’ultimo inning con il vantaggio di un punto. Sul monte c’è Papelbon, braccio di ferro, lanciatore strapotente. Ad un out dal traguardo gli si spegne la luce. Concede tre valide in fila e perde la partita più assurda della sua vita. Baltimore festeggia come se avesse vinto le World Series, a Boston parte una raffica d’insulti che superano il livello consentito.

A quel punto, ai Red Sox, non resta che affidarsi agli Yankees (una bestemmia) ma la storia è segnata. Al 13° inning (alle 6.08 italiane) Evan Longoria si ripete e con il più teatrale, o meglio, cinematografico dei colpi possibili (un fuoricampo) toglie la speranza ai bostoniani.

Non mi sorprenderebbe, un giorno, vedere un film su questa pazzesca, assurda, incredibile e meravigliosa giornata di baseball.

Spero di aver reso l’idea a chi non ama questo sport.

mercoledì 28 settembre 2011

La crisi del secondo anno

Le solite pillole di Champions

-Mi sorprende relativamente la crisi del Borussia Dortmund. Il secondo anno, per una squadra così giovane, è sempre il più difficile. Prevedibile.

- Se poi viene tradito dal tuo giocatore più forte, parlo di Mario Goetze, diventa tutto più complicato. Oggi si è divorato almeno tre gol, aggiudicandosi il premio Santin di giornata. Sciupone.

- Male anche la difesa, soprattutto per errori individuali. D'altronde nello sport basta poco. Credi di essere un fenomeno, vieni da una stagione meravigliosa e quindi prendi con sufficienza le cose. Deconcentrati.

- Loic Remy è un bel giocatore. Non sarà continuo ma ha capacità. Promettente.

- Impresentabili le maglie e i numeri del Marsiglia. Ormai è una battaglia persa. Orrendo.

- Bate Borisov, Viktoria Pilzen non esattamente attrezzate per la Champions,. anche se i ceki non hanno fatto male a San Siro. Inadeguate.

- Torna al gol, con deviazione decisiva di un avversario, il criticatissimo (anche da me) Michael Ballack. Avventato (io ovviamente).

- Adesso spazio all'ultima lunga notte di mlb. Se si va allo spareggio noi ci siamo. Nonostante tutto forza Braves. Incrollabile.

martedì 27 settembre 2011

Perché non giocare il secondo tempo?

Premetto: non capisco niente di calcio o se volete capisco relativamente.
Mi piace vederlo e raccontarlo ma non sono uno che si perde nei dettagli tecnici e tattici. Non m'interessano nulla le discussioni su 4-3-3 e 4-4-2, rombi vari e altre amenità. Ancora meno m'interessano le polemiche arbitrali. Mi piace chi gioca un calcio intenso, logico e creativo allo stesso tempo.
Un'altra cosa che non capisco e come possa una squadra come il Manchester City giocare 20 ottimi minuti di calcio e poi abbandonare l'Allianz Arena senza capirci niente.
Certo di fronte c'era un avversario fortissimo, ispirato da Ribery, messo in campo splendidamente da Heynckes. Solido in tutti i reparti, fortunato il giusto sul possibile rigore non concesso e capace di incartare la partita con Mario Gomez, definito così dal sito tedesco SPOX "Spesso un sasso in una cava, ogni tanto un bicchiere d'acqua  nel deserto". Non l'ho capita del tutto ma mi piace.
Torniamo al tema principale, però,  perchè il City ha smesso di giocare, perché il suo allenatore ha proposto tre cambi cervellotici (il primo, quello Dzeko-De Jong da brivido), perché sotto di 2 gol continuavano a passeggiare in mezzo al campo, senza mai reagire. Perché o por qué come diceva quel tipo famoso che allena il Real Madrid.


lunedì 26 settembre 2011

Il Tritolo del lunedì

Secondo appuntamento con il Tritolo sudamericano, un cocktail esplosivo di notizie e follie. 

La cosa più bella della settimana sudamericana la trovate in queste prime righe. Ritorno secondo turno Copa Sudamericana, Deportivo Cali-Independiente Santa Fé. Clásico colombiano. Azucareros in vantaggio, assedio di dieci minuti dei Cardenales. Gol dell’1-1. Il telecronista argentino esplode di gioia, io comincio a urlare come un pazzo. Non perché tifassi Santa Fé, ma perché aveva segnato Sergio Galvan Rey, il miglior marcatore della storia del calcio colombiano, il Pippo Inzaghi (anche per motivi anagrafici) del SudAmerica, una specie di semidio nel Paese che lo ha adottato (lui sarebbe argentino di Tucumán, ma credo lo abbia dimenticato). Qual è la cosa bella? Il gol è stato segnato alle ore 5.40 italiane. Per questo, dopo la mia sguaiata esultanza, i miei vicini incazzati come iene bussavano violentemente alla mia porta nel tentativo (credo) di buttarla giù.

- La “figura” della settimana: Eduardo Vargas non può più passare inosservato. Due gol nell’ultimo turno di campionato (ovviamente la U. de Chile ha vinto ancora, e ormai è nella storia del suo calcio grazie ai nove successi consecutivi), più quello in settimana contro il Nacional in Copa Sudamericana. Per questo Borghi lo ha convocato nella Roja, creando un problema piuttosto serio a Sampaoli che non potrà contare su di lui nella trasferta di Sudamericana a Rio contro il Flamengo per l’andata degli ottavi. Che sia un presagio? Che sia arrivato il momento della prima sconfitta in trasferta per lui da quando è l’allenatore della U?

- La squadra della settimana: il Peñarol vincendo 4-0 in trasferta contro il River Plate con cui condivideva il primato ha fatto capire che il campionato uruguagio è meno aperto di quanto sembri. Il tutto nonostante la squadra sia stata smantellata al termine dell’ultima Copa Libertadores.

- La partita della settimana: Botafogo-San Paolo, Brasileirão. Primo tempo vantaggio di due gol del Bota. Doppietta di Loco Abreu, 35 anni. Nel secondo tempo gol dell’1-2 di Henrique (miglior giocatore dell’ultimo Mondiale Under 20) e 2-2 di Rivaldo (39 anni) di testa su punizione di Rogério Ceni (38 anni). Come si sarà sentito Henrique a far gol in una partita così importante per il campionato mentre nella stessa partita segnava gente che gioca a calcio ad alti livelli quasi da prima che lui nascesse?

- La camiseta della settimana: quella del corpo arbitrale che ha diretto Nacional-U. de Chile in Copa Sudamericana. Maglia gialla, pantaloncini neri. A Montevideo. Nello stadio del Nacional. Il giallo e il nero, guardacaso, sono i colori sociali del Peñarol. Non esattamente quelli di una squadra gemellata.

- Il fatto della settimana: purtroppo ci sono stati molti episodi di violenza. Dal lancio di oggetti che ha portato alla sospensione di Emelec-Olimpia all’aggressione di un giornalista da parte di un socio-ultrà del Flamengo passando per l’assedio ai giocatori del Cruzeiro fuori dal centro tecnico della Raposa. La notizia peggiore è arrivata dal Perù, dove durante il Clásico tra Alianza Lima e Universitario al Monumental di Lima un tifoso dell’Alianza è morto per le ferite riportate dopo essere stato buttato giù da un’altezza di 10 metri da un gruppo di delinquenti con la maglia dell’Universitario.

- Il fatto della settimana/2: Estudiantes, Vélez e Independiente non ci sono più, sono squadre sgretolate. Il San Lorenzo balla in zona Promocion. Il River e il Gimnasia hanno giocato contro in B Nacional. Il calcio argentino non vive il miglior momento di sempre.

- La frase della settimana: "Ho detto al mio vecchio di andare a vedere la partita in cui il Boca conquisterà il campionato” (Diego Armando Maradona. Se lo dice lui…)

- La giocata della settimana: la chilena vincente di Licha Lopez in Olimpo-Arsenal de Sarandí. Al volo su calcio d’angolo di Trombetta. Gioia per gli occhi.

- Il bello del SudAmerica: Série D brasiliana. La squadra del Trem deve decidere come arrivare nella città del São Raimundo, Santarém, partendo da Macapá. Si tratta di due cittadine del nord del Brasile, scavate nella foresta e distanti una dall’altra 1852 chilometri (all’incirca la lunghezza dell’Italia, ma con vie di comunicazione decisamente più improvvisate, anche se mi rendo conto sia difficile immaginare ci sia peggio del nostro Paese). Niente aeroporti. Andiamo in autobus? La prospettiva è quella di viaggiare per almeno sei giorni. E allora? Beh, allora si va in battello. Trentasei ore di nave (oddio, chiamarla nave è generoso) all’andata, trenta al ritorno, lungo il Rio delle Amazzoni (la durata del viaggio dipende dalle correnti). Nessun approdo (non ci sono porticcioli nella foresta…), risorse alimentari improvvisate. Tutto per giocare novanta minuti nell’ultima categoria del calcio brasiliano.

- Il bello del SudAmerica/2: vuoi vedere l’allenamento del Brasile? Paga. Beh, fin qui, nonostante sia una forzatura, non ci sarebbe nulla di cui stupirsi. Se non fosse che il pagamento consiste nel consegnare un chilo di alimenti non deperibili in biglietteria. Succede a Belém, dove la Seleção giocherà contro l’Argentina il ritorno del Superclásico de las Americas.

- Il bello del SudAmerica/3: tante volte i calciatori vengono criticati per le simulazioni. Ma è possibile che simuli un arbitro? In SudAmerica sì. Chiedere al signor Saldivar, assistente del paraguaiano Arias che si è lasciato andare al suolo dopo essere stato colpito da un rotolo di carta (secondo me igienica, secondo altri no, ma cambia poco) lanciato dalla tribuna Abdon Porte del Parque Central di Montevideo durante Nacional-U. de Chile di Copa Sudamericana. Partita sospesa al 47’ e 0-2 omologato. Meglio di lui ha saputo fare il Signor Rodrigo Nunes de Sá, arbitro di Operário PR-Mirassol, Série D brasiliana. Ha finto di essere stato colpito da una testata di un giocatore dell’Operário. Poi nel referto ha scritto che è caduto perdendo l’equilibrio nel tentativo di evitare il contatto fisico. Peccato che si veda chiaramente come abbia continuato a recitare anche dopo esser crollato sull’erba. Pessimo.

- Il bello del SudAmerica/4: altra storia da Série D brasiliana. Premessa: in Brasile sono molto più liberali che in Italia, e i premi a vincere sono concessi dal regolamento. L’Anapolina deve battere il Tocantinopolis con quattro gol di scarto ed eliminare così l’Itumbiara per passare il turno in campionato e lottare ancora per la Série C. Un giocatore dell’Itumbiara dichiara prima della partita: “Il nostro presidente ha pagato i giocatori del Tocantinopolis”. Svolgimento della partita. Primo tempo: 2-1 Anapolina, e Tocantinopolis in nove a causa di due espulsioni. Secondo tempo: 3-1 Anapolina e terza espulsione Tocantinopolis. Tre sostituzioni Tocantinopolis. Dieci dalla fine: 4-1 Anapolina. Manca un gol. A questo punto, a ogni contatto quelli del Tocantinopolis si buttano giù per ore. Uno di loro esce per dubbio infortunio. Squadra in sette. Rissa pazzesca, 21 minuti di recupero, assedio Anapolina. Gil Bala del Tocantinopolis sviene a terra, viene portato in barella in ospedale. Tocantinopolis in sei: non si può più giocare perché il limite di calciatori in campo per una squadra è sette. L’arbitro deve fischiare la fine. Anapolina fuori, l’Itumbiara passa il turno. La settimana prima, l’Itumbiara aveva ottenuto il pass per la fase finale della seconda divisione del campionato statale di Goiania battendo 8-1 l’Anápolis e segnando in una sola partita più gol di quanti ne avesse fatti in tutta la stagione. Differenza reti favorevole rispetto al Mineiros, eliminato nonostante avesse realizzato gli stessi punti.

- Lo sfogo della settimana: Kléber (attaccante Palmeiras): “Se sono un mercenario, sono il più stupido che ci sia visto che ho scelto la squadra che mi pagava di meno (cioè il Palmeiras)”, dopo lancio di monetine e cori contro di lui da parte dei suoi tifosi, che lo accusano di avere la testa altrove (al Flamengo) da quando era stato vicino a trasferirsi nella squadra di Ronaldinho.

- Dal SudAmerica con furore: Milito, Lucio, Palacio, Schelotto, Bergessio, Osvaldo. Sei gol su 17 segnati in Serie A sono stati di giocatori sudamericani. Il 35% del totale. Peraltro, cinque di loro sono argentini… vuoi vedere che forse scopriamo perché le grandi lì stanno soffrendo tanto?

Futebol é paixão.

domenica 25 settembre 2011

Questa domenica in settembre se ne sta lentamente per finire ...

"E questa domenica in Settembre se ne sta lentamente per finire
come le tante via, distrattamente, a cercare di fare o di capire".
Il suggerimento è di Davide Mazzara, uno di quelli che uno non sente mai nominare ma che fa parte integrante di un gruppo di personale fondamentale per la TV.
Cercare di fare e di capire, però, è impossibile quando si parla della finale di fantasy baseball.
Arrivata alle immaginarie world series con un percorso contorto (due rimontoni nell'ultimo giorno sia ai quarti che in semifinale) la mia squadra sta provando l'impresa anche nella sfida decisiva.
Come sempre mi ero tenuto un jolly di quattro cambi nell'ultima giornata. Ho sbagliato a prendere Nolasco ma gli ingaggi di Dabis, Mendoza e Detwiler (si quello che ha annientato i Braves e non mi vergogno a dirvi che ho usato il vecchio trucco se gioca bene son contento bene, se gioca male meglio per Atlanta) hanno dato i loro frutti. Superato l'avversario in vittorie, dovevo recuperare sull'ERA. Incredibilmente la sfida è finita 2.68 pari ma con vantaggio suo per una miglior  WHIP (Walk, Hit, Inning Pitched). Quindi 5-5 e tutto rimandato a criteri riguardanti la regular season. Rimaneva aperta, però,  la gara sulla media battuta (distanza di cinque punti) e qui entro in cronaca. Nel box il mio Ian Kinsler. Spero in una valida ed, invece, arriva una inutile base ball. Kinsler, però, ruba la seconda e accorcia le distanze a una sola SB di distanza. Non contento ruba anche la terza e mi porta in vantaggio per 5-4-1. Esulto in maniera smodata ma poi mi ricordo che Curtis Granderson deve ancora scendere in campo e che le stolen base sono una delle sue mille specialità.Comunque ho lottato fino in fondo.

Tornando alle cose serie è bello prendere atto che Alex Liddi ha colpito il suo terzo homer stagionale. Ormai ci stiamo abituando. Non ha senso fare medie, ma secondo l'aritmetica la proiezione sarebbe di 44 in stagione.
Adesso torniamo ai Jets e alla solita sofferenza della domenica. Domani Tritolo day.

Impressioni di settembre

Sta volta ho esagerato nel titolo. Uno si aspetta qualcosa all'altezza di uno dei capolavori della musica italiana (PFM- Mogol e Mauro Pagani per i testi e musica di quel genio di Franco Mussida) ma, ovviamente, non potrò essere all'altezza. Comunque consiglio a tutti d'ascoltarla.
Veniamo ai pensieri sparsi.

- Bravo Cavendish, gran volata ma i mondiali di ciclismo per velocisti non mi piacciono. I nostri dispersi e disorganizzati. D'altronde se ti affidi al simpatico ma tutt'altro che fenomenale Bennati, vuol dire che sei messo male. Tra l'altro non vinciamo una classica da tempo immemorabile. Non è un buon periodo ma è anche il segnale che il nostro antidoping lavora bene. Ottimista

- Vi avevo detto di guardare la maratona di Berlino. Primo perchè la città è una meraviglia, secondo perchè il percorso è superveloce. Patrick Makau ha fatto il miglior tempo di sempre, cancellando Haile Gebrselassie che, tra l'altro, era in gara ed è stato vittima di problemi di stomaco. Indimenticabile (non proprio).

- A proposito di Berlino: come non parlare dell'Hertha e di quei due "fenomeni" che si sono fatti espellere nel secondo tempo per doppia ammonizione e che corrispondono al nome di Christian Lell e Adrian Ramos. Hanno rovinato una partita buonissima della squadra di Babbel. Ignobili

- A decidere per il Werder è stata una doppietta di Claudio Pizarro. Rispettivamente gol 146 e 147 in Bundesliga. Imprendibile.

- Il primo gol del peruviano favorito da una giocata priva di ogni significato logico di Thomas Kraft, che avevo appena finito di lodare. Ingrato e scarso.

- Lukas Podolski sta tornando il dominatore di Colonia. Un gol e un assist e Hoffenheim a casa. Prinz..ipesco.

- Mi dicono che Sebastian Vettel abbia vinto il nono gran premio su 14. Lui super, la Formula 1 una noia mortale.

- Emozioni nel finale di Argentina-Scozia ai mondiali di rugby, però quello che giocavano i neozelandesi sabato era un altro sport. Mostruosi.

- E' ripreso il campionato di volley. Mi manca moltissimo. Inconsolabile.

-Complimenti alle ragazze della ginnastica ritmica. Però non mi piace. Incontentabile.

- La lotta alla wild card, la finale del fantabaseball e l'imminente inizio dei Jets mi distraggono non poco dalla scrittura. Meglio chiudere. Per il momento.

Lo strano caso di Breno 2 - la durissima reazione di Hoeness

Uli Hoeness il presidente del Bayern non ha preso benissimo l'arresto di Breno da parte della polizia e come suo costume spara a zero, in maniera anche condivisibile. Queste le sue dichiarazioni tradotte da Bild.de.
"Un provvedimento di arresto contro un giovane uomo che è sostanzialmente per terra, che è totalmente finito è assurdo. Con la motivazione che può inquinare le prove. Ma se non sa una parola di tedesco"
E il pericolo di fuga? "Il suo passaporto non c'è più, è sotto contratto con il Bayern. Non può lavorare da nessun'altra parte senza che noi gli diamo il permesso. Qualcosa di così incredibile non mi capitava di sentirlo da parecchio tempo. Buona notte Germania, se questo è il nostro paese". 

sabato 24 settembre 2011

Lo strano caso di Breno

Quel "tenerone" di Louis Van Gaal passava delle ore a parlare con lui. Così a occhio, non gli raccontava delle favole. Cercava, disperatamente, di spiegare il suo calcio a quello che tutti consideravano uno dei più grandi talenti del calcio mondiale. Perchè anche se dirlo adesso sembra un'eresia, Breno Vinicius Rodrigues Borges, detto Breno, lo volevano tutti. Il Bayern lo prelevò dal Sao Paulo per 12 milioni e rotti di euro, soffiandolo alla concorrenza di Real Madrid, Juventus e compagnia. Dopo le visite mediche a casa Müller-Wohlfahrt i dirigenti bavaresi annunciarono, con malcelato orgoglio, di aver acquistato uno dei giocatori più potenti della terra. I test erano spaventosi. Luca Toni, dopo averlo visto in allenamento, disse che era un fenomeno. 
Ma il calcio e la vita hanno delle regole ben precise. Se la tua attenzione non è sempre al massimo, rischi di rovinarti.
Così di Breno ricorderemo poche partite ben giocate (a San Siro contro l'Inter fu perfetto) e una valanga di amnesie tattiche e tecniche, come quelle che lo videro protagonista con Eto'o all'Allianz Arena. Cosa sia passato nella testa di Breno mentre dava fuoco alla sua casa (ammesso che sia stato effettivamente lui)  è impossibile da capire. L'unica speranza è che riesca a venirne fuori e che non finisca in un turbine di guai ancora più grande.Il Bayern gli ha già messo a disposizione uno psicologo, temo possa non bastare.

Per il resto è stata una giornata da Congresso di Vienna, da restaurazione. Solo una delle grandi d'Europa non ha vinto e cioè il Manchester UTD, che, però, aveva un'avversario tosto e ha anche giocato bene. 
Il Bayern ha passeggiato come al solito sul Bayer Leverkusen e ancora una volta non ha sofferto per un solo istante. Perfetta la definizione di Manuel Neuer su facebook "Arbeitstag - inzwischen beendet" e cioè la giornata di lavoro, intanto, è terminata. 
In chiusura segnalo un Pastore d'annata, l'inizio del campionato italiano di hockey e una straordinaria volata di Giorgia Bronzini e che domani ci sono maratona di Berlino, mondiali di ciclismo, rugby iridato, regular season mlb alla stretta finale, quintali di calcio e il grande football nfl.
Sicuramente dimentico qualcosa ma penso capirete. 

giovedì 22 settembre 2011

Riflessioni prima di.....

Prima di entrare nel complesso e magico mondo degli Atlanta Braves qualche riflessione sul mercoledì sportivo.

- So che molti di voi non saranno d'accordo ma diretta gol è il più bel programma del mondo. Non capisci nulla di sette partite e dopo novanta minuti hai la sensazione che la serata sia stata stupenda. Magari non è vero ma è una bella sensazione.

- Mirko Vucinic vince il non ambitissimo premio settimanale Mario Balotelli. Genio.

- Balotelli ha segnato contro il Birmingham City. Bravo.

- I tifosi del Napoli chiederanno la cancellazione dei turni infrasettimanali a Verona. Calvario.

- E' tornato Jovetic. Fenomeno.

- Racing Santander-Real Madrid si piazza in pole-position per la più brutta partita di calcio internazionale della stagione. Orribile.

- Serie A e Liga (dopo il pari del Barca a Valencia), due campionati che non mi fanno impazzire, sono attualmente i più interessanti d'Europa. Sorprendente.

- Mai visto Pirlo correre così veloce. Geniale (chi ha avuto la brillante idea di venderlo)

- Ogni volta che segna Miroslav Klose esulto smodatamente. Super.

- Il PSG non ha un gioco ma vince 2-1 contro il Nice. Fortunato.

- E' finita la coppa di Lega in Scozia. Eliminati i Rangers dal Falkirk. Direi che ha già vinto il Celtic. Scontato.

- I New York Yankees hanno la grande chance di sbattere fuori dai play-off i Boston Red Sox, i loro rivali più odiati e contro i quali perdono con una regolarità sconcertante. Ed, invece, vincono le prime due partite contro Tampa Bay Rays, dando una mano gigantesca alla squadra di Francona. In America è normale. Altro mondo.

- 51,813 la spaventosa media di Tony Martin, il tedesco nuovo campione mondiale a cronometro. Boh.

Spazio Amarcord

- Rubo a Dipollina (Repubblica) la definizione. Quando non c'era internet fare il giornalista era molto più complesso di adesso. Le formazioni, per esempio, delle partite internazionali erano quasi irreperibili. Massimo Marianella mi ha raccontato che appena arrivava il segnale si buttava in sala commento e sperava che lo speaker annunciasse le formazioni. Stupendo.

- Mi segnalano che Segio Tavcar ha un sito. Come molti sono nato con le sue telecronache, mi sono sciroppato imperdibili sabato pomeriggio a base di impedibili Budocnost-Vojvodina e Radnicki-Crvena Zvezda di calcio e straordinarie partite di basket con Partizan (Kicianovic e Dalipagic), Jugoplastica Split (Vilfan) e Bosna (Varajic e Delibasic). Visitatelo. Mitico.

Spazio personale

- Se qualcuno che abita a Milano ha un furgone a disposizione per un trasloco da effettuare il 29 o meglio il 30 settembre, si faccia vivo.

A sabato

mercoledì 21 settembre 2011

Varie ed eventuali

Varie ed eventuali, a volte un'ancora di salvezza per rendere più interessanti interminabili riunioni (meeting come dicono quelli intelligenti), a volte ulteriore elemento di rottura di ......
Spero per voi nella prima ipotesi. 
- Gasperini mi è simpatico ma non ci ha capito nulla. Passerà alla storia come l'unico allenatore dell'Inter ad essere esonerato senza aver mai vinto una partita. Indifendibile. 

- E pensare che Gigi Simoni fu esonerato dopo aver vinto due partite in fila perchè la squadra giocava male. 
Incredibile

- Lucio al terzo anno in una squadra tende a sbroccare. Ieri ha giocato in perfetto stile ultimo Bayern e cioè vado dove voglio io e di difendere non m'interessa nulla. Se fossi stato l'allenatore sarei entrato in campo e l'avrei portato di peso negli spogliatoi. Insopportabile.

- Veniamo agli sport seri. Alex Liddi non lo fermano più. Secondo pepitone, lungo, lungo, lunghissimo. Il sogno continua e chissà che i Mariners non si convincano a tenerlo nel roster anche per il prossimo anno. Magico

-Andreas Seppi batte Igor Andreev e va ai quarti del torneo di Bucarest, notoriamente la quinta prova dello Slam. Purtroppo non è vero ma va bene lo stesso. Resuscitato (forse e speriamo)

- Repubblica Ceca-Italia nel sorteggio di Davis. Berdych e Stepanek sulla carta più forti ma il primo è matto come un canguro, il secondo idem. In più la Davis non ha regole. Lasciamoci sorprendere. 
- E' scattata la pre-season NHL, oggi si gioca la Supercoppa Italiana tra Asiago e Valpusteria (a Brunico in diretta Tv). Finalmente sta arrivando la bella stagione. Controtendenza. 

- Harry Redknapp: "Quest'anno vogliamo vincere la Carling Cup". Tottenham fuori al primo turno sconfitto dallo Stoke City. Ultime parole famose.

- L'ultimo rigore degli Spurs lo ha sbagliato l'esordiente australiano Massimo Luongo. Ricordando le prestazioni dell'omonimo Roberto (portiere dei Vancouver Canucks) nella Stanley Cup, possia affermare che non è l'anno dei Luongo. Sfortunati

- Letta sulla Gazzetta:"Elisabetta Canalis ultima dopo la prima tappa di Ballando". Parte il più clamoroso dei chissenefrega. 

Commentate pure

lunedì 19 settembre 2011

Lunedì niente sport? Una volta c'era il processo di B., adesso roba vera

Una volta il lunedì era un giorno morto per lo sport. In Europa non giocava nessuno, in Italia imperava la trasmissione che avrebbe riprodotto fedelmente lo stato del paese per anni: il terribile Processo di Biscardi. Poi sono arrivati i vari Monday Night di Premier, Zweite Bundesliga, serie B francese e italiana, tutti a copiare l'unico vero monday night, quello della NFL. Ma la svolta, per noi, malati, è arrivata con internet che ci ha portato a casa l'America. Così anche lunedì è diventato importante. Questo, poi, targato 19 settembre, resterà nella storia.
Mariano Rivera non ha fallito l'appuntamento con la 602esima salvezza della sua magica carriera e qualche minuto, dopo, Alex Liddi, il primo italiano a giocare nel meraviglioso mondo del baseball, ha messo a segno il primo fuoricampo della carriera. Sono ancora in trans agonistico. Un lunedì memorabile.

Tritolo Sudamericano


Le gioie della vita bisogna condividerle. Questo piccolo blog qualche soddisfazione me la sta regalando ed è giusto che altre persone abbiano la possibilità di esprimersi. Oggi l'ospite è Rosario Triolo, detto Tritolo o Ticker Man, colonna silenziosa di Sky Sport 24, insostituibile esperto di faccende sudamericane per Skysport. In sostanza un altro rispettabile malato di sport. Ecco il suo pezzo. 


Pietro mi ha chiesto amenità sul SudAmerica. Spero di essere abbastanza ameno da non annoiarvi.
- La “figura” della settimana: ce ne sarebbero tanti di protagonisti, ma lascerò da parte i meriti sportivi. Ricardo Gomes, allenatore del Vasco, è ormai fuori pericolo dopo aver sofferto un ictus durante il Clássico contro il Flamengo e aver passato 21 giorni in ospedale. È stato operato e ora sta cercando di tornare a una vita normale. Il presidente del Vasco ha dichiarato che lo aspetta già per il finale di questa stagione. I miracoli a volte accadono.
- La squadra della settimana: è senza dubbio proprio il Vasco. Nonostante la situazione difficile del suo leader e allenatore, nonostante l’assenza di stelle da calcio europeo ad alti livelli (ok, hanno Juninho Pernambucano, ma è a fine carriera), nonostante lo psicodramma di Bernardo (scoppiato a piangere per motivi ignoti nel bel mezzo dell’allenamento) ha demolito il Grêmio. 4-0, e leadership del Brasileirão. Non male per una squadra che quest’anno ha già vinto la Copa do Brasil e che vuole anche la Copa Sudamericana. Un vero trem-bala.
- La partita della settimana: Estudiantes-Argentinos Jrs, di sicuro. 4-3 finale con rimonte pazzesche. Il Pincha non impressiona ma torna a vincere. Non un dettaglio, visto che la prossima avversaria sarà il Boca Jrs.
- Il fatto della settimana: probabilmente stavolta Riquelme e compagni riusciranno a vincere il campionato. Hanno dato segnali importanti, hanno battuto in trasferta il Lanús, vincono anche quando non lo meritano affatto (come successo contro il Newell’s) e soprattutto, al momento, non hanno avversari credibili. E poi sai che goduria trionfare mentre il River soffre in B Nacional, pareggiando a stento contro il Deportivo Merlo…
- Il fatto della settimana/2: la U. de Chile ha vinto l’ottava partita di campionato su otto, eguagliando il record che in Cile appartiene a Cobreloa (1978) e Colo Colo (2007). No, non è questo il fatto della settimana. Il fatto della settimana è che questo nuovo Ballet Azul stavolta ha sofferto. È persino andato in svantaggio contro il Cobreloa. Poi se hai dei giocatori straordinari come Eduardo Vargas, però, tutto è più facile… e ora sotto con il Nacional di Recoba e Gallardo a Montevideo in Copa Sudamericana.
- La camiseta della settimana: il Nacional che nella partita d’andata del secondo turno si è vestito di Celeste per commemorare la prima vittoria in trasferta della storia della nazionale dell’Uruguay, un 3-2 all’Argentina il 13 settembre del 1903 con una selezione di soli giocatori del Bolso. Adesso quella maglia, messa in vendita in edizione limitata, va a ruba. E il Nacional sta pensando di adottarla come camiseta ufficiale per le coppe internazionali e di tenerla come riserva in campionato. Ps: con quella maglia hanno perso l’unica partita che hanno giocato. Alla faccia della scaramanzia.
- La giocata della settimana: la lambreta mostruosa di Leandro Damião nell’andata del Superclásico de las Américas, Argentina-Brasile 0-0.
- Il bello del SudAmerica: andata secondo turno Copa Sudamericana, il Deportivo Cali pareggia all’87’ in un Clasico contro il Santa Fe dopo essere stato dominato. Il giorno prima (ripeto: il giorno prima) il Deportivo Cali aveva perso una partita di campionato al 90’ contro l’Itagüí. In campionato ha giocato la squadra Under 20. Pensate se al posto di Jorge Cruz in panchina ci fosse stato tal José Mourinho…
- Il bello del SudAmerica/2: va a ballare samba fino alle 6 del mattino, alle 9.30 arriva puntuale all’allenamento ma si rimette a ballare samba insieme al compagno Negueba in mezzo al campo. Ronaldinho Gaucho.
- Il bello del SudAmerica/3: serie C brasiliana. Il Fortaleza deve vincere segnando 3 gol in più del Campinense per salvarsi. Alla fine del primo tempo, Fortaleza-CRB 0-0, Campinense-Guarany de Sobral 1-0. Il primo tempo del Campinense termina 8 minuti dopo. Fine intervallo. A Fortaleza squadre in palese ritardo. Il Fortaleza entra in campo con un’altra tenuta rispetto a quella del primo tempo: uguale a quella del CRB. Rientra negli spogliatoi, i giocatori si cambiano nuovamente. Si ricomincia a giocare. Intervallo di 29 minuti, e vantaggio di 8 minuti sulla sfida del Campinense che si trasforma in ritardo di 10. Uno, due a zero Fortaleza. Finisce la partita del Campinense: 1-0. Mancano due gol. Minuto 83: 3-0 Fortaleza. Minuto 88: 4-0 Fortaleza. Fortaleza salvo per numero di gol segnati, Campinense retrocesso in Serie D.
- Lo sfogo della settimana: Felipe Scolari (Allenatore Palmeiras): “Non ho i poteri, non posso mandare in prima squadra giocatori giovani perché le nostre squadre giovanili fanno pena”. Rogério Ceni (portiere San Paolo): “Neymar è un simulatore”. Neymar (attaccante Santos): “Rogério Ceni è fiato per le chiappe”.
- La frase della settimana: "Con il cuore, ti dico che passeremo noi" (Fernando Giménez, Emelec, intervistato dopo la sconfitta per 2-1 nell'andata del 2° turno di Copa Sudamericana sul campo dell'Olimpia).- Dal SudAmerica con furore: settimana scorsa Maxi Moralez, questa settimana Cristobal Jorquera e Thiago Ribeiro. Vuoi vedere che presto qualcuno si accorgerà che in Italia sono arrivati anche Lucas Pratto, Felipe Seymour, Tanque Silva, Ricky Alvarez, Guillermo Rodriguez, Marcelo Estigarribia, Nacho Fideleff, Fede Fernandez e Coco Lamela? Sicuramente ne ho dimenticato qualcuno.
Futebol é paixão.

domenica 18 settembre 2011

Una domenica infernale

Mettere ordine ad una domenica ricca come questa non è impresa facile. Molto più semplice incasinarla ancora un po' di più con una serie di riflessioni a casaccio, partendo dal mio campionato.


-  Bundesliga finita? Probabile. Non vedo niente e nessuno che possa vagamente impensierire il Bayern. Oggi altra tranquilla passeggiata all'Arena Auf Schalke, nonostante l'assenza di Robben e la presenza di Nils Petersen. Il capocannoniere dell'ultima zweite ha segnato il gol dell'1-0 ma si è mangiato due reti orrende. Fischi (ingenerosi) per Neuer. Al solito non ha fatto una piega
- Urge spiegare ai giocatori del Borussia Dortmund che quella cosa alta 8 piedi e larga 8 yards posta all'estremità del campo ha una certa importanza nel gioco del calcio. Giocare un bel calcio e non buttarla mai dentro è molto pericoloso.
-Old Firm divertente ma per me è troppo dura la giornata da quando non lo trasmettiamo più. Per carità il livello della Scottish è crollato ma Rangers-Celtic vale sempre la pena di essere visto.
- Cercasi psichiatra per Fernando Torres. Da oggi pomeriggio faccio il tifo per lui.
-Premier League finita? Speriamo di no. Bene il mio Tottenham.
-Fino a ieri tutti pensavamo che la Liga non avesse un senso. Il Levante ci smentisce subito e da speranza a tutto il calcio europeo.
-Cavani è fortissimo e se Zamparini si tenesse i giocatori che riesce a portare in Italia sarebbe meglio per il Palermo.
- La Serbia ha vinto l'Europeo di Volley ma l'Italia è viva. Adesso sotto con le donne.
-La Spagna ha vinto l'Europeo di Basket e secondo me non farebbe da materasso in NBA.
- I miei Atlanta Braves perdono e la corsa alla wild card si complica.
- I miei New York Jets vincono comodo con Jacksonville e per una volta non mi fanno soffrire.
- I due barboni del Canada Rugby sono i miei nuovi idoli.


Buona notte

sabato 17 settembre 2011

Impressioni sparse

- L'Italia sportiva ringrazia i ragazzi della pallavolo. Almeno in qualche sport olimpico esistiamo ancora. Sopravvissuti.
- Adesso sotto con la Serbia, che alla fine di una partita pazzesca, ha battuto la Russia al quinto set. Sul match-point topica mostruosa degli arbitri. Orbi
- Torniamo in serie A in coppa Davis. Era ora, sono contento  ma non mi sembra il caso di esaltarsi. Fatto il nostro e va bene così, ma preferirei avere Federer e rischiare la B. Incontentabile
- La difesa dell'Arsenal è uno spettacolo straordinario: per gli avversari. Imbarazzante.
- Prinz Poldi, al secolo Lukas Podolski, quando si mette in testa di giocare è un fenomeno vero. Incompreso ma anche inspiegabile.
- Nel Malaga ha segnato Martin Micio De Michelis, detto lo svagato. Il suo ex amicone Lucio, invece, sta, pericolosamente (per gli interisti), tornando quelli degli ultimi tempi di Monaco. Nervosetto
- Dove e chi  sono quei meravigliosi soloni che criticavano il Barcellona per aver pareggiato due partite? Cambiate mestiere.  Comunque che noia sti 8-0.
- Il Feyenoord, che nel cuor mi sta, dopo la catastrofica stagione scorsa sta tornando a buoni livelli e per una notte è in testa alla Eredivisie. Lo guida Ronald Rambo Koeman, molto bistrattato.
- Tra Australia e Irlanda prendo gli Irish 999 su 1000. Oggi era l'unica volta. Adesso è quasi tutto finito. Incompiuti (noi), straordinari (gli irlandesi)
-Curtis Granderson (NY Yankees) raggiunge 40 hr e si porta a 2 da Jose Bautista. Grande...rson
- Mariano Rivera (NY Yankees) 601 salvezze. Già detto tutto. Incommensurabile.
- Adesso forza Braves, la squadra dei brividi. Era fatta per la wild card ma abbiamo rimesso in corsa i Cards. Incorreggibili.
- Non capisco moltissimo di football NCAA ma vedere gli stadi dove giocano mi mette i brividi. Se poi commenta Flavio Tranquillo con Bebo Nori è il trionfo.

Una vita in blu reale. Gelsenkirchen e il calcio


Oggi è tempo di quiz geografici. Qual è il monumento più importante di Gelsenkirchen? Risposta facilissima: dal 1973 al 2001 il Parkstadion, dal 2001 in avanti l'Arena Auf Schalke. In realtà c'è anche un bellissimo museo della miniera ma non ci sono dubbi sul fatto che il calcio sia l'unico vero collante di una città vagamente spettrale, sostanzialmente un mega dormitorio che mi ha fatto sembrare Manchester (vista una settimana dopo) un località turistica extralusso. 
Quando gioca lo Schalke 04, però, la musica cambia e comincia la festa. Oddio, festa è una parola forte, visto che i simpatici knappen (letteralmente i minatori) non vincono un campionato tedesco dal 1958, quando la Bundesliga non esisteva e il titolo si assegnava con una finale unica. 53 anni di delusioni assortite e soprattutto brucianti non hanno, però, mai scalfito l'amore della gente per quello che è considerato l'unico vero e proprio orgoglio di Gelsenkirchen. Quindi, che sia partita di cartello o amichevole di routine all'Arena il tutto esaurito è assicurato.
In questo contesto è nato Manuel Neuer, per quei pochi che non lo sapessero il portiere della nazionale tedesca,  che, dei tifosi dello Schalke, è stato l'idolo incontrastato fino a pochi mesi fa. Poi il passaggio all'odiato Bayern, ripercorrendo la strada di Olaf Thon, leggendario centrocampista multiuso (all'inizio carriera offensivo, alla fine difensivo), ritornato, poi, a finire le sue stagioni agonistiche nel profondo della Ruhr. Per la prima volta nella sua vita il gigante dalla faccia d'angelo entrerà nell'Arena dalla parte sbagliata e sono molto curioso di vedere quale sarà la sua reazione e soprattutto quella dei suoi ex tifosi. Spero per lui che non gli venga riservato il famoso trattamento Lothar Matthäus. L'ex centrocampista mondiale, alla sua prima uscita in maglia Bayern sul campo del Borussia  Moenchengladbach, fu paragonato ad un tizio che non ha mai goduto di buona stampa: tale Giuda  Iscariota. Neuer a parte, la sfida clou della sesta giornata ha mille motivi d'interesse. Il Bayern, reduce dalla passeggiata di Villareal, si presenta con la miglior differenza reti di sempre dopo cinque giornate, con un solo gol subito e con tre vittorie in fila ottenute senza Robben (l'anno scorso furono solo 9 in 20 partite).  Rangnik, dall'altra parte, vorrebbe interrompere la striscia negativa di 8 partite contro i bavaresi e regalare una settimana di gioia al popolo di Gelsenkirchen, che come unico motivo di vita ha scelto la fede nel blu, anzi il blu reale.
Buona partita a tutti

giovedì 15 settembre 2011

Pallini di Champions

Quando da ragazzino leggevo il Superbasket targato Aldo Giordani divoravo letteralmente i pallini al curaro e non del supermega direttore. Lungi da me l'idea di arrivare ai suoi risultati provo a proporvi qualche riflessione sparsa e spesso ironica sulla Champions di stasera.

- Il Bayern ha fatto malissimo a spendere 20 e passa milioni di euro per Manuel Neuer. Da quando è arrivato lui gli avversari non tirano più (in realtà due parate le ha fatte). Al di la delle battute, l'atteggiamento tattico di Jupp Heynckes è perfetto.Equilibrio la parola d'ordine dell'ex grande attaccante che tornava ad allenare in Champions tredici anni dopo la finale vinta dal Real Madrid contro la Juventus. A suo modo è campione in carica. Comunque la difesa non deve più coprire 50-60 metri di campo, il centrocampo funziona perfettamente e davanti, prima o poi, qualcuno la butta dentro. Il tutto senza Arjen Robben.

- Non penso che Mazzarri vincerà mai il premio simpatia ma penso che sia un ottimo allenatore. E'andato al City of Manchester a giocare a calcio e ci è riuscito. Complimenti

- Ok il fair-play finanziario, ok la maxi-offerta irrinunciabile ma la cessione Samuel Eto'o ha avuto un impatto devastante sull'Inter del povero Gasperini. Il camerunese (new version di camerunense) è un giocatore mostruoso, capace di coprire mille buchi. In più a complicare le cose c'è la sensazione che la squadra non segua la sua guida ed era già successo lo scorso anno con Benitez. Recidivi.

- Chi era quella squadra vestita di rosso che affrontava la Dinamo Zagabria? Il Real Madrid. Per favore piantatela con queste seconde maglie senza senso. Orrendo anche l'arancione del Basilea (sarebbe rossoblu, forse voleva fare il Barcellona).

- Chiudiamo in bellezza: Ryan Giggs è andato a segno nella sedicesima edizione di Champions League su diciassette disputate. Immortale.

A sabato

mercoledì 14 settembre 2011

Mariano il pescatore

Da bambino aiutava il papà a pescare gamberi e sardine, da adulto costringe i suoi avversari a "pescare" (termine  poco tecnico ma che rende l'idea) i suoi avversari. I tifosi degli Yankees lo considerano una sorta di santone del baseball, quelli che odiano i bronx bombers non possono fare altro che stimarlo.
L'uomo che fa tre out, batte un cinque e se ne va, come lo definisce Jorge Posada (il suo ricevitore per anni), da 17 anni fa la stessa cosa. Verso la fine della partita sale sul monte, quando la sua squadra è in vantaggio di poco (non solo in realtà) tira quasi invariabilmente la sua cutter e di norma porta a casa la partita.
Lo ha fatto 600 volte e prima della fine della stagione batterà il record di Trevor Hoffmann, altro grande interprete del delicatissimo ruolo di closer. In carriera ha vinto tutto e di più ma ha anche perso clamorosamente. In molti lo avevano dato per finito dopo le World Series 2001 e il crollo contro Boston nelle ACLS del 2004 ma è ritornato più forte che mai. Un grandissimo.

martedì 13 settembre 2011

Pietro Nicolodi chi è?

L'unica cosa certa è che sono "fatto di sport". Senza non so stare.
La mia vita è un palinsesto che si districa tra una miriade di discipline sportive di ogni genere e grado.
Da sempre ho avuto un obiettivo, trovare un lavoro che mi consentisse di poter guardare più eventi possibili, senza rimetterci capitali. Mehr oder wenig, più o meno, l'obiettivo è stato raggiunto.
Per il resto in questo blog cercherò di parlare delle emozioni magiche che lo sport sa regalare, senza dimenticare gli aspetti legati alla cultura sportiva, una di quelle cose che nel nostro paese manca quasi totalmente. Un'ultima cosa e poi vi lascio in pace: bisogna saper perdere.
Alla prossima