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lunedì 26 settembre 2011

Il Tritolo del lunedì

Secondo appuntamento con il Tritolo sudamericano, un cocktail esplosivo di notizie e follie. 

La cosa più bella della settimana sudamericana la trovate in queste prime righe. Ritorno secondo turno Copa Sudamericana, Deportivo Cali-Independiente Santa Fé. Clásico colombiano. Azucareros in vantaggio, assedio di dieci minuti dei Cardenales. Gol dell’1-1. Il telecronista argentino esplode di gioia, io comincio a urlare come un pazzo. Non perché tifassi Santa Fé, ma perché aveva segnato Sergio Galvan Rey, il miglior marcatore della storia del calcio colombiano, il Pippo Inzaghi (anche per motivi anagrafici) del SudAmerica, una specie di semidio nel Paese che lo ha adottato (lui sarebbe argentino di Tucumán, ma credo lo abbia dimenticato). Qual è la cosa bella? Il gol è stato segnato alle ore 5.40 italiane. Per questo, dopo la mia sguaiata esultanza, i miei vicini incazzati come iene bussavano violentemente alla mia porta nel tentativo (credo) di buttarla giù.

- La “figura” della settimana: Eduardo Vargas non può più passare inosservato. Due gol nell’ultimo turno di campionato (ovviamente la U. de Chile ha vinto ancora, e ormai è nella storia del suo calcio grazie ai nove successi consecutivi), più quello in settimana contro il Nacional in Copa Sudamericana. Per questo Borghi lo ha convocato nella Roja, creando un problema piuttosto serio a Sampaoli che non potrà contare su di lui nella trasferta di Sudamericana a Rio contro il Flamengo per l’andata degli ottavi. Che sia un presagio? Che sia arrivato il momento della prima sconfitta in trasferta per lui da quando è l’allenatore della U?

- La squadra della settimana: il Peñarol vincendo 4-0 in trasferta contro il River Plate con cui condivideva il primato ha fatto capire che il campionato uruguagio è meno aperto di quanto sembri. Il tutto nonostante la squadra sia stata smantellata al termine dell’ultima Copa Libertadores.

- La partita della settimana: Botafogo-San Paolo, Brasileirão. Primo tempo vantaggio di due gol del Bota. Doppietta di Loco Abreu, 35 anni. Nel secondo tempo gol dell’1-2 di Henrique (miglior giocatore dell’ultimo Mondiale Under 20) e 2-2 di Rivaldo (39 anni) di testa su punizione di Rogério Ceni (38 anni). Come si sarà sentito Henrique a far gol in una partita così importante per il campionato mentre nella stessa partita segnava gente che gioca a calcio ad alti livelli quasi da prima che lui nascesse?

- La camiseta della settimana: quella del corpo arbitrale che ha diretto Nacional-U. de Chile in Copa Sudamericana. Maglia gialla, pantaloncini neri. A Montevideo. Nello stadio del Nacional. Il giallo e il nero, guardacaso, sono i colori sociali del Peñarol. Non esattamente quelli di una squadra gemellata.

- Il fatto della settimana: purtroppo ci sono stati molti episodi di violenza. Dal lancio di oggetti che ha portato alla sospensione di Emelec-Olimpia all’aggressione di un giornalista da parte di un socio-ultrà del Flamengo passando per l’assedio ai giocatori del Cruzeiro fuori dal centro tecnico della Raposa. La notizia peggiore è arrivata dal Perù, dove durante il Clásico tra Alianza Lima e Universitario al Monumental di Lima un tifoso dell’Alianza è morto per le ferite riportate dopo essere stato buttato giù da un’altezza di 10 metri da un gruppo di delinquenti con la maglia dell’Universitario.

- Il fatto della settimana/2: Estudiantes, Vélez e Independiente non ci sono più, sono squadre sgretolate. Il San Lorenzo balla in zona Promocion. Il River e il Gimnasia hanno giocato contro in B Nacional. Il calcio argentino non vive il miglior momento di sempre.

- La frase della settimana: "Ho detto al mio vecchio di andare a vedere la partita in cui il Boca conquisterà il campionato” (Diego Armando Maradona. Se lo dice lui…)

- La giocata della settimana: la chilena vincente di Licha Lopez in Olimpo-Arsenal de Sarandí. Al volo su calcio d’angolo di Trombetta. Gioia per gli occhi.

- Il bello del SudAmerica: Série D brasiliana. La squadra del Trem deve decidere come arrivare nella città del São Raimundo, Santarém, partendo da Macapá. Si tratta di due cittadine del nord del Brasile, scavate nella foresta e distanti una dall’altra 1852 chilometri (all’incirca la lunghezza dell’Italia, ma con vie di comunicazione decisamente più improvvisate, anche se mi rendo conto sia difficile immaginare ci sia peggio del nostro Paese). Niente aeroporti. Andiamo in autobus? La prospettiva è quella di viaggiare per almeno sei giorni. E allora? Beh, allora si va in battello. Trentasei ore di nave (oddio, chiamarla nave è generoso) all’andata, trenta al ritorno, lungo il Rio delle Amazzoni (la durata del viaggio dipende dalle correnti). Nessun approdo (non ci sono porticcioli nella foresta…), risorse alimentari improvvisate. Tutto per giocare novanta minuti nell’ultima categoria del calcio brasiliano.

- Il bello del SudAmerica/2: vuoi vedere l’allenamento del Brasile? Paga. Beh, fin qui, nonostante sia una forzatura, non ci sarebbe nulla di cui stupirsi. Se non fosse che il pagamento consiste nel consegnare un chilo di alimenti non deperibili in biglietteria. Succede a Belém, dove la Seleção giocherà contro l’Argentina il ritorno del Superclásico de las Americas.

- Il bello del SudAmerica/3: tante volte i calciatori vengono criticati per le simulazioni. Ma è possibile che simuli un arbitro? In SudAmerica sì. Chiedere al signor Saldivar, assistente del paraguaiano Arias che si è lasciato andare al suolo dopo essere stato colpito da un rotolo di carta (secondo me igienica, secondo altri no, ma cambia poco) lanciato dalla tribuna Abdon Porte del Parque Central di Montevideo durante Nacional-U. de Chile di Copa Sudamericana. Partita sospesa al 47’ e 0-2 omologato. Meglio di lui ha saputo fare il Signor Rodrigo Nunes de Sá, arbitro di Operário PR-Mirassol, Série D brasiliana. Ha finto di essere stato colpito da una testata di un giocatore dell’Operário. Poi nel referto ha scritto che è caduto perdendo l’equilibrio nel tentativo di evitare il contatto fisico. Peccato che si veda chiaramente come abbia continuato a recitare anche dopo esser crollato sull’erba. Pessimo.

- Il bello del SudAmerica/4: altra storia da Série D brasiliana. Premessa: in Brasile sono molto più liberali che in Italia, e i premi a vincere sono concessi dal regolamento. L’Anapolina deve battere il Tocantinopolis con quattro gol di scarto ed eliminare così l’Itumbiara per passare il turno in campionato e lottare ancora per la Série C. Un giocatore dell’Itumbiara dichiara prima della partita: “Il nostro presidente ha pagato i giocatori del Tocantinopolis”. Svolgimento della partita. Primo tempo: 2-1 Anapolina, e Tocantinopolis in nove a causa di due espulsioni. Secondo tempo: 3-1 Anapolina e terza espulsione Tocantinopolis. Tre sostituzioni Tocantinopolis. Dieci dalla fine: 4-1 Anapolina. Manca un gol. A questo punto, a ogni contatto quelli del Tocantinopolis si buttano giù per ore. Uno di loro esce per dubbio infortunio. Squadra in sette. Rissa pazzesca, 21 minuti di recupero, assedio Anapolina. Gil Bala del Tocantinopolis sviene a terra, viene portato in barella in ospedale. Tocantinopolis in sei: non si può più giocare perché il limite di calciatori in campo per una squadra è sette. L’arbitro deve fischiare la fine. Anapolina fuori, l’Itumbiara passa il turno. La settimana prima, l’Itumbiara aveva ottenuto il pass per la fase finale della seconda divisione del campionato statale di Goiania battendo 8-1 l’Anápolis e segnando in una sola partita più gol di quanti ne avesse fatti in tutta la stagione. Differenza reti favorevole rispetto al Mineiros, eliminato nonostante avesse realizzato gli stessi punti.

- Lo sfogo della settimana: Kléber (attaccante Palmeiras): “Se sono un mercenario, sono il più stupido che ci sia visto che ho scelto la squadra che mi pagava di meno (cioè il Palmeiras)”, dopo lancio di monetine e cori contro di lui da parte dei suoi tifosi, che lo accusano di avere la testa altrove (al Flamengo) da quando era stato vicino a trasferirsi nella squadra di Ronaldinho.

- Dal SudAmerica con furore: Milito, Lucio, Palacio, Schelotto, Bergessio, Osvaldo. Sei gol su 17 segnati in Serie A sono stati di giocatori sudamericani. Il 35% del totale. Peraltro, cinque di loro sono argentini… vuoi vedere che forse scopriamo perché le grandi lì stanno soffrendo tanto?

Futebol é paixão.

4 commenti:

  1. Ciao Pietro,

    Non sapevo come contattarti e allora uso questo commento.

    Volevo chiederti un parere su un blog che porto avanti da anni (insieme ad altri collaboratori)

    http://calcioplus.blogspot.com

    Nel frattempo ho già linkato il tuo blog sul mio.

    Un saluto e complimenti,

    Andrea

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  2. Andrea sto traslocando. Appena ho un attimo di tempo vado a controllare

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  3. Ti ringrazio molto. Sarebbe un grande onore.

    Andrea

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