Oggi è tempo di quiz geografici. Qual è il monumento più importante di Gelsenkirchen? Risposta facilissima: dal 1973 al 2001 il Parkstadion, dal 2001 in avanti l'Arena Auf Schalke. In realtà c'è anche un bellissimo museo della miniera ma non ci sono dubbi sul fatto che il calcio sia l'unico vero collante di una città vagamente spettrale, sostanzialmente un mega dormitorio che mi ha fatto sembrare Manchester (vista una settimana dopo) un località turistica extralusso.
Quando gioca lo Schalke 04, però, la musica cambia e comincia la festa. Oddio, festa è una parola forte, visto che i simpatici knappen (letteralmente i minatori) non vincono un campionato tedesco dal 1958, quando la Bundesliga non esisteva e il titolo si assegnava con una finale unica. 53 anni di delusioni assortite e soprattutto brucianti non hanno, però, mai scalfito l'amore della gente per quello che è considerato l'unico vero e proprio orgoglio di Gelsenkirchen. Quindi, che sia partita di cartello o amichevole di routine all'Arena il tutto esaurito è assicurato.
In questo contesto è nato Manuel Neuer, per quei pochi che non lo sapessero il portiere della nazionale tedesca, che, dei tifosi dello Schalke, è stato l'idolo incontrastato fino a pochi mesi fa. Poi il passaggio all'odiato Bayern, ripercorrendo la strada di Olaf Thon, leggendario centrocampista multiuso (all'inizio carriera offensivo, alla fine difensivo), ritornato, poi, a finire le sue stagioni agonistiche nel profondo della Ruhr. Per la prima volta nella sua vita il gigante dalla faccia d'angelo entrerà nell'Arena dalla parte sbagliata e sono molto curioso di vedere quale sarà la sua reazione e soprattutto quella dei suoi ex tifosi. Spero per lui che non gli venga riservato il famoso trattamento Lothar Matthäus. L'ex centrocampista mondiale, alla sua prima uscita in maglia Bayern sul campo del Borussia Moenchengladbach, fu paragonato ad un tizio che non ha mai goduto di buona stampa: tale Giuda Iscariota. Neuer a parte, la sfida clou della sesta giornata ha mille motivi d'interesse. Il Bayern, reduce dalla passeggiata di Villareal, si presenta con la miglior differenza reti di sempre dopo cinque giornate, con un solo gol subito e con tre vittorie in fila ottenute senza Robben (l'anno scorso furono solo 9 in 20 partite). Rangnik, dall'altra parte, vorrebbe interrompere la striscia negativa di 8 partite contro i bavaresi e regalare una settimana di gioia al popolo di Gelsenkirchen, che come unico motivo di vita ha scelto la fede nel blu, anzi il blu reale.
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